Sabato scorso ho saltato il knit café, per una valida ragione; siamo andati a Coppito (L'Aquila) dove la sera Angelo Branduardi avrebbe tenuto un concerto.
Sulle montagne intorno c'è ancora un po' di neve , e fa freddo. Siamo arrivati nel pomeriggio all'auditorium della caserma della Guardia di Finanza, dove si tiene il concerto e dove avevamo appuntamento. Questa di Coppito è l'unica data italiana, per ora, del tour che al momento tocca la Germania, la Svizzera e il Belgio.
Il maestro Angelo è affabile e disponibile, come sempre. Abbiamo il privilegio di assistere anche alle prove. Gli altri musicisti sul palco sono Davide Ragazzoni (batteria e percussioni), Stefano Olivato (basso, contrabbasso e armonica), Fabio Valdemarin (tastiere, armonium, fisarmonica) e Michele Ascolese (chitarre elettrica, classica e Bouzouki).
L'occasione del nuovo tour è il nuovo album "Così è se mi pare", uscito in marzo (una recensione qui) ma in scaletta non mancano i vecchi classici e brani dal fancescano "L'infinitamente piccolo".
Qui non si può ignorare quanto è successo, ma non è facile trovare le parole per parlarne, ci aveva detto nel pomerigio. Ma poi ha spiegato il potere atavico che la musica ha non di guarire le ferite ma di consolare nella paura, almeno per un po', come un bambino che si trovi da solo al buio inizi a canticchiare per allontanare la paura, almeno per un po'.