Queste sono le giornate più lunghe dell'anno. Fa giorno presto ed è più facile svegliarsi, e alzarsi. Luce e l'unico momento della giornata di refrigerio nell'aria. E' bello lavorare un po' a maglia sul divano, davanti alla finestra, aperta, con i rondoni, prima di tutto il resto.
Mentre la radio parlava del traffico sulle strade verso il mare, noi siamo andati contro corrente verso l'ombra di querce e noccioli, all'interno. E' bellissima l'Etruria viterbese, per metà paese d'origine.
Mia zia mi ha ricordato il nome dialettale della caterinetta: "mazzangolo", al maschile. Di fatto, spesso erano gli uomoni che la lavoravano, per fare corde e cordoncini. Usavano anche una canna all'occorrenza: la tagliavano e, a una delle estremità, incidevano i "merli".
L'etnografia del lavoro a maglia - la sua storia, le tradizioni diverse - è una materia affascinante ma molto trascurata qui in Italia, o almeno poco divulgata (se mi sbaglio, informatemi). A me incuriosisce molto. La rivista "Ricamo italiano" è molto attenta al riguardo, ma tratta fondamentalmente l'arte sorella: il ricamo.
In altre lingue, invece, si possono leggere molti articoli sull'argomento, e interi libri. Magari ne segnalo qualcuno, di tanto in tanto.
.
Finalmente ci ritroviamo!
6 mesi fa