Gran Sasso, corso di tintura naturale  

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Mi è arrivata una comunicazione dal Parco del Gran Sasso e Monti della Laga (Abruzzo) che vi giro volentieri. 

Da venerdì 29 luglio a domenica 1 luglio 2012 si tiene un corso di tintura con colori naturali ricavati da piante nostrane, presso il Monastero di San Colombo a Barisciano.

Il corso è organizzato in collaborazione con l'università di Camerino e prevede escursioni per la raccolta delle piante, la preparazione di un erbario, e naturalmente ricette per le tinture.
Il programma dettagliato e tutte le informazioni sul sito del parco QUI

Il parco ha un bel calendario di corsi, vi segnalo anche domenica 24 giugno 2012 un corso di intreccio delle spighe di lavanda  (QUI) e il 14 e 15 luglio un corso di preparazione di saponi (QUI).

Pomeriggio a Romammaglia  

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Riemergo dall'apnea di un periodo piuttosto impegnativo, e ieri sono stata a piazza San Cosimato (Roma) per Romammaglia, una bella manifestazione organizzata per la settimana del WWKIP (world wide knit in public) ovvero la settimana internazionale della maglia in pubblico.

L'idea e l'organizzazione di Romammaglia sono di SempliCity di Antonella Alessandrini, che negli ultimi anni ha creato occasioni di incontro e di esposizione del mondo della maglia a Roma.
Piazza San Cosimato, a Trastevere (ai piedi della collina di Monteverde, scendendo dalla bellissima Villa Sciarra) ha ospitato un corso di maglia e uncinetto gratuito lungo una settimana (e ancora oggi). Il corso è tenuto dalla Banda della Maglia, ovvero le giovanissime Violetta e Giulia.


C'è anche un gruppo di bambine intente all'uncinetto


E anche un ragazzo, Lorenzo - e mi hanno detto che nel corso della settimana gli uomini che hanno preso in mano la maglia sono stati 6 in tutto

Piazza San Cosimato non è solo una classe ma anche un knit café a cielo aperto, chiunque può portare il proprio lavoro e continuare in compagnia. Io sono andata un po' avanti con la tendina, che è rimasta parecchio indietro nelle ultime settimane, ed è facile da portare in giro. La manifestazione è sponsorizzata da DMC e abbiamo ricevuto in omaggio un kit con ferri o uncinetto e un gomitolo da
50gr x 155 m di cotone 100%

 

Tra i modelli che vanno per la maggiore con il cotone ci sono le borse. Ma la signora Daniela Salomone ha portato anche un vasto campionario di borse portalavoro in stoffa, e porta-ferri dritti o porta-uninetti, e la novità del momento: i piccoli sacchi a tracolla porta gomitoli per muoversi quando si lavora in compagnia senza far rotolare il filato per chilometri.


Indirizzi utili:

Tende e tendine  

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Finalmente ho trovato uno schema facile, carino e moderno per una tenda. E' da tempo che mi è venuta voglia di fare una tenda ad uncinetto e ho cercato tanto qua e là, soprattutto ho sfogliato riviste tedesche perché se ne trovano di specializzate sulle "bistro-gardinen", quelle mezze tende delle finestre nordiche che mi piacciono tanto. Alla fine ho trovato lo schema sull'ultimo numero di Uncinetto Creativo


Il modello è un filet rivisitato e corretto. Credo che non farò il bordo di fiori.

Il bordo superiore è lavorato iniziando sul lato corto non su quello lungo, il che è molto più comodo. Poi si gira il lavoro a 90 gradi e si inizia il filet.

Sto lavorando un cotone n.5 con un uncinetto 3,5

Il modello ripreso dalla rivista è il Daisy Valance di Diane Stone che si trova gratuitamente su Ravelry, ma quelle spiegazioni non hanno lo schema grafico.

Mughetto in vaso e a maglia  

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Quest'anno mi sono innamorata delle bulbose perenni: mughetto, malvarosa, iris, hemerocallis, e altre. Per la verità non sono bulbose ma tuberi (per intenderci, carote), la calla invece è un bulbo. E sono perenni, evviva :)
Sono piante che non si trovano troppo facilmente nei nostri vivai, ma le ho trovate da Lidl, che infatti è tedesco (e a un buon prezzo). Mi accorgo ora che ho tutte piante da ombra, evidentemente mi piace il giardino romantico.

La foto è un wiki commons di Kurt Stueber

Il mughetto (Convallaria majalis) è uno schema ricorrente nel pizzo degli scialli dell'Estonia. Nel bellissimo libro "Haapsalu Sall" (uno degli immancabili per chi ama scialli e pizzo, lace, a maglia) presenta moltissime varianti delo schema del mughetto, stilizzato ma neanche tanto, è molto ben riconoscibile, per esempio:


Gli sciali estoni, di cui ho già parlato qui, sono quelli che passano attraverso una fede nuziale!!


Negli schemi internazionali, in inglese, il mughetto si chiama lily of the valley.

Buona Pasqua 2012  

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In queste ultime settimane non ho avuto molto tempo libero per il blog ma vorrei approfittare di questo spazio per fare gli auguri di Buona Pasqua a tutte le amiche di maglia.
Oggi è giovedì santo. Credo che questa sera le nostre chiese raggiungano il massimo della loro bellezza, con l'allestimento dei Sepolcri, decorazioni floreali semplici, di stagione, e cariche di simboli. Quando ero bambina si preparavano vasi di lenticchia bianca (ovvero fatta crescere al buio) da mettere intorno all'altare. E, rimanendo nel tema di questo blog, spesso in casa si lavoravano a mano, all'uncinetto, le tovaglie d'altare - o meglio, i bordi delle tovaglie che in genere erano di lino o cotone bianco.
Tanti cari auguri a tutte.

Inaugurazione del knit & brunch  

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Roma a tutto knitting! Ora è possibile lavorare a maglia in compagnia ogni fine settimana del mese: il primo sabato del mese si incontra il gruppo di via Nazionale, il secondo e quarto sabato c'è il knit café di Pippicalzelunghe, e il terzo il Knitting Brunch di Elisa!
Quest'ultimno, una formula nuova, è stato inaugurato proprio ieri, nella birreria "4:20" a Porta Portese (via Portuense 82).
Molte knitter si incontrano nella birreria già all'ora di pranzo - da qui il nome brunch. E molte sono venute con mariti e fidanzati che, oltre ad apprezzare la cucina del 4:20, si sono poi intrattenuti in un mini torneo di giochi da pub.

Nella foto sopra, a sinistra, con la torta a uncinetto sul cerchietto, è Elisa, l'ideatrice del knit brunch.


I divani e i tavoli del pub sono stati riempiti di gomitoli e rocche, ferri e uncinetti. C'erano diverse giovani principianti e c'erano visi familiari di vecchie amiche di maglia.
Elisa e sua sorella Marinella (che hanno fatto gli "onori di casa" perché conoscevano già il posto) lavorano soprattutto a uncinetto, dai cappelli ai vestiti, e hanno insegnato i primi rudimenti alle neofite.
Elisa è nota a Roma per i suoi amigurumi (pupazzetti tridimensionali), nella foto sotto.


L'ambiente di questo knit mi ha ricordato il libro "Pints &Purls. Portable projects for the social knitter" di Libby Bruce e Karida Collins, un libro del 2009 troppo poco citato ma davvero ben fatto. Tutti i modelli (sciarpe, maglia, borse, calzini, scalda tazza) sono di dimensioni tali da essere trasportabili - questo mi aveva attratto perché tra i lavori avviati che ho, ce n'è sempre uno che posso portare falmente in viaggio. Inoltre, ho trovato modelli di golfini geometrici, di cui sono sempre alla ricerca perché non mi piace fare gli scalfi.


Nelle foto non si capisce, ma l'impaginazione ricorda le pareti di un pub caratteristico. Nell'introduzione, le autrici parlano del valore di knittare anche in compagnia e anche fuori casa.


E' stato un pomeriggio davero piacevole :)

Il brunch
A chi volesse avere un'idea del brunch, per la prossima occasione, segnalo che il 4:20 è caratteristico perché OGNI piatto ha la birra tra gli ingredienti. Questo non vuol dire che gli ingredienti sono annacquati di birra e alcol, al contrario hanno un aroma molto particolare nel quale a volte si riconosce a stento la birra. Mi hanno spiegato che ci sono diverse fasi e modi di lavorare il luppolo, quindi sarebbe meglio dire che i piatti contengono luppolo e che sono indicati anche per chi normalmente non beve alcolici (io non ho sentito affatto alcol).
I prezzi del brunch variano dai 2 ai 4 euro per piatto, e il menu di sabato aveva per esempio: rosti di patate, gateau di patate funghi e scamorsza, fagottini di radicchio e gorgonzola, carni varie. Per non parlare della merenda con brownies e tiramisu (al luppolo!).

Un restauro a uncinetto  

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L'estate scorsa, un'amica di famiglia che ha una dimora storica in provincia di Viterbo (rimango vaga per ovvi motivi di privacy) mi ha chiesto se potevo aiutarla a "restaurare" in qualche modo un copriletto.
In una delle camere c'è un letto con la testata di tessuto; il suo copriletto è uguale, stesso colore e stesso fregio, fatto con una fettuccia arricciata.


Lo stile mi sembra quello lineare e un po' geometrico del post-liberty (modernista?) tra le due guerre.
Il copriletto ha 3 macchie, non grandi (la più ampia è quanto un palmo) ma evidenti (siamo giunte alla conclusione che derivano da qualche prodotto per il restauro del legno). Non c'è stato modo di eliminarle e la lavanderia non ci ha voluto più mettere le mani per paura di rovinare il tessuto. L'unica soluzione era coprirle con applicazioni di qualche tipo. La nostra amica mi ha lasciato carta bianca.


Devo ammettere che ho pensato a lungo, perché non dovevo alterare lo stile del letto - quindi non un traforato / una mattonella / un fiore a caso.
Alla fine ho scelto il punto "bullion", vedete come somiglia al fregio?
Il bullion in italiano dovrebbe essere il punto colonnine. E' un punto che si trova comunemente nei libri e nelle riviste più vecchie, indietro fino all'800. Non è proprio rilassante lavorarlo perché si usano DUE uncinetti!


(nella foto, è appoggiato su una tovaglietta, non sul copriletto originale, quindi il colore dello sfondo non c'entra niente, me ne accorgo solo ora)
Il modo migliore per spiegare il bullion è lasciarvi il video (embedded, nel rispetto del copyright), molto ben fatto come tutti quelli di Teresa:



Anna è contenta. Ho fatto 5 applicazioni perché su un letto matrimoniale 3 sembrano poche ma più di 5 sembrano stonare. Cucirle sarà compito della ricamatrice del paese. Io le ho lasciato code di filo di cotone, dato che i colori non sono stati facili da trovare.

Gioielli in cro-tat  

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Ieri al knit café abbiamo parlato del cro-tat, sulla scia di un servizio del TG che parlava dei milioni di braccialetti venduti da non so quale ditta, a 3 euro l'uno. A vederli, sembravano fatti proprio a cro-tat, il nome è la sintesi di crochet (uncinetto) e tatting (chiacchierino). Infatti è una tecnica all'uncinetto il cui risultato somiglia al chiacchierino, ed è attestata almeno dal 1869, come mostra questo vecchio libro.
Andate su Google Immagini e digitate "cro-tat" per avere un'dea dei lavori.
In rete si trovano dicersi tutorial fotografici, molti dei quali sono tedeschi perché la tecnica è particolarmente diffusa in Germania (qui chiamata anche HäkelOcchi), ma non c'è bisogno di sapere la lingua per seguirli perché sono molto ben fatti.

le foto sono di MaryM's



Tutorials
Vi segnalo foto tutorial qui oppure qui,
su Teddy's Handarbeiten (il sito pubblica anche una rivista specializzata),
in inglese su MaryM's (il sito contiene diversi pattern gratuiti e con tutorial).
Un video qui.

Qualche anno fa, avevo fatto qualche tentativo ma è stato talmente penoso che non lo posto. Questa tecnica infatti richiede una buona vista perché il filato e l'uncinetto devono essere abbastanza sottili.

Ricette in tv (e online)  

Posted by: Lana Cotta

Finalmente una bella trasmissione di cucina in TV, diversa dalle altre!
E' iniziata il 13 febbraio e si intitola "Quel che passa il convento" e va in onda alle 11 di mattina su TV2000 ma viene poi riversata quotidianamente sull'omonimo sito web


Il cuoco è un monaco cistercense dell'abbazia di Casamari, e le ricette rispettano la stagionalità dell'orto e del frutteto (quindi anche la nostra salute e, in linea di massima, il nostro portafoglio). Mi è piaciuto molto il risotto al cavolo verza.
Non è un caso, credo, che p. Domenico venga dall'abbazia di Casamari, che tramanda una tradizione importante riguardo all'uso delle piante - il mio vecchio insegnante di erboristeria e altri erboristi che ho conosciuto mi hanno sempre raccontato che il suo archivio conserva una documentazione in materia di erboristeria e ricette tra le più antiche e importanti d'Italia.

Ferri circolari: coste in rilievo  

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Un post veloce come il lavoro che ho sui ferri.
Su Ravelry ho trovato il modello Mistakes per utilizzare un paio di gomitoli di lana grossa.


Dato che il filato è molto morbido e io in genere non lavoro una maglia stretta, ho utilizzato i ferri n. 9 anche se sull'etichetta sono consigliati i 10 o 12, così le coste sono più in rilievo. Questo punto si chiama mistake rib.
Lo schema è facile da memorizzare, è una ripetizione di due giri in cui si alternano dritti e rovesci; le maglie sono un multiplo di 8 (qui 64).
Il filato è Stop - colore grigio, non so se si capisce dalla foto.

Dall'Austria: la maglia ritorta  

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Tempo fa mi sono procurata una copia del libro "Twisted-stitch knitting. Traditional patterns & garments from the Styrian Enns Valleys" di Maria Erlbacher. Il libro contiene 174 schemi di punti ritorti tipici della tradizione austriaca.


La storia è questa: nel 1934 la signora Thekla Zeiler (1883-1960) che viveva nalla Sölktal (Stiria, Austria centrale) iniziò a lavorare a maglia per il museo del folklore di Graz (capoluogo della Stiria). Poi, nel 1943 iniziò a tenere corsi di maglia, insegnando specialmente i punti ritorti della tradizione austriaca risalente al Settecento. Oltre a molte lettere, per fortuna Thekla scriveva anche molti schemi.

Thekla Zeiler

Tempo dopo, negli anni Settanta, la signora Maria Erlbacher divenne insegnante di maglia presso il duecentesco castello-museo di Trautenfels (sempre in Stiria) e riprese gli schemi di Thekla. Pubblicò 3 libri, in tedesco, che nel 2009 la casa editrice Schoolhouse Press (fondata dalla rivoluzionaria Elizabeth Zimmermann) sempre molto attenta alla storia e alla tradizione della maglia, ha tradotto in inglese e pubblicato in un unico volume.

Maria Erlbacher

Il libro mi sembra molto chiaro nelle spiegazioni (comprende anche il lavoro circolare) ed è interesante sia per chi già conosce la maglia ritorta sia per chi vuole iniziare a lavorare questo bel punto.


Il punto base è molto semplice, nel libro poi ci sono schemi via via più elaborati e complessi. La seconda parte è dedicata a modelli completi di calzettoni, maglioni chiusi e aperti sia da uomo che da donna, gilet.

La neve cade su Roma  

Posted by: Lana Cotta

Non posso lasciarvi le foto spettacolari dei luoghi storici sotto la neve, perché non vivo in centro ed oggi è impossibile spostarsi in auto. Già mi ritengo fortunata per essere riuscita a tornare a casa ieri sera, dopo quasi 6 ore di guida in prima, dalle 14 alle 20, per non far pattinare la macchina.
Così, questa mattina, una passeggiata nel quartiere, in una quiete ovattata e cristallina allo stesso tempo perché i suoni (le pallate di neve dei bambini) arrivano più cristallini.

Un pupazzo di neve nel cortile di un condominio


I pini marittimi non sono alberi adatti a sostenere la neve. Alcuni rami si spezzano sotto il peso, ma di tanto in tanto è la neve a volare via tra i rami, come una spruzzata di zucchero a velo.

Qui le mimose sono già fiorite da giorni e questa in primo piano è proprio una mimosa.

una rosa!

filari di ulivo in un parco

IMPORTANTE in questi giorni, in molte città sono state organizzate raccolte di coperte, sacchi a pelo, cappelli guanti e sciarpe per i senzatetto e chi è in particolare difficoltà per l'emergenza freddo. Se avete la disponibilità, potete contattare la Caritas diocesana, associazioni di volontariato, le parrocchie, la Croce Rossa, gli uffici comunali - basta cercare su Google con le parole chiave o sui siti dei quotidiani cittadini.

Dall'Estonia, il punto stella  

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Il punto stella del pizzo estone (Estonian lace) mi sembra diverso dagli altri punti stella ai ferri. Mi sembra bellissimo, e ho fatto un campioncino:


L'Estonia ha una importante tradizione di pizzo ai ferri, una delle più preziose del mondo. Ho il libro "Pitsilised koekirjad" di Leili Reimann, un manuale fondamentale in materia, non solo per la quantità dei punti spiegati con le loro varianti, ma anche perché l'autrice è estone (e anche la lingua in cui è scritto).

Il punto stella è il n. 48 del libro (nella foto):

Più il ferro è grande rispetto al filato, più il punto è traforato. Utilizzando invece il numero di ferro consigliato per lo specifico filato, risulta una sorta di punto tessuto operato (la foto è tratta dal libro):

Punto stella estone
montate un numero di punti multiplo di 3 + 1
la stella è composta da 4 giri
punto 3x3: lavorate 3 maglie insieme a dritto e senza passarle sull'altro ferro fate un gettato e ancora un dritto nello stesso gruppo di 3 maglie. Passate le maglie sull'altro ferro. Il numero di maglie non è cambiato, 3.
1* giro (dritto del lavoro): 1 maglia a dritto, * 3x3 * fino alla fine del ferro
2* giro: tutte le maglie a rovescio
3° giro: * 3x3 *, ultima maglia del ferro a dritto
4* giro: tutte le maglie a rovescio

Estonian lace star stitch
cast on a multiple o 3 + 1
pattern consit in 4 rows
3x3 stitch (3 out o 3): k3tog, don't take off the needle, yo, k in the same cluster, then pass on the other needle (number of stitches has not changed, 3 out of 3).
1° row (right side): 1k, * 3x3 * to the end of row
2° row: purl all stitches
3° row: * 3x3 *, k last stitch
4° row: purl all stitches

27 gennaio  

Posted by: Lana Cotta

Giornata della Memoria - Holocaust Memorial Day, Holocaust Remembrance Day


Anna Frank lavora a maglia, Anne Frank

Lana del Gran Sasso, Abruzzo  

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Vi presento la lana abruzzese "Vesti l'ambiente", non è splendida? ed è morbidissima!


50 gr x 140 m, numero di ferri consigliato 3-3,5


Tutta la filiera proviene dalla provincia dell'Aquila, sia l'allevamento di pecore che la lavorazione. Quest'anno non ne è stata prodotta tantissima ma sono riuscita a procuramene qualche gomitolo, grazie a Marianna, che mi ha informato dell'iniziativa, e a Valeria, che ha un allevamento e che mi ha spedito la lana.


L'etichetta spiega molto bene il progetto, su iniziativa dell'Università di Teramo e con il sostegno della Regione. Io spero che in Abruzzo si possa produrre sempre più lana e che questo filato si possa diffondere, come merita. Penso che ne prenoterò un po' per il prossimo anno. Anche il colore, che era unico perché naturale, mi piace molto, è proprio uno dei miei preferiti.
Mi sto facendo un'idea del lavoro che farò...

Collo finto jacquard  

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Durante le feste natalizie mi capita di improvvisare lavori poco impegnativi, così, dopo aver messo a posto la tavola e la cucina, tra le chiacchiere sul divano e la confusione di chi gioca, quindi lavoretti brevi e facili, che non richiedono molta concentrazione.
Lo scorso anno ho fatto questo berretto all'uncinetto, che ha avuto un successo inaspettato anche in rete (grazie) e proprio per una bella iniziativa.
Quest'anno, tornando da una mattinata nella storica Biblioteca Angelica per ricerche, e prendendomela comoda una volta tanto, in centro, tra San Luigi dei Francesi - corso Rinascimento - piazza Navona - Sant'Andrea della Valle, mi sono imbattutta in un tipo di lana che non avevo ancora trovato a Roma ma a cui pensavo da quando me l'ha mostrata Elle di ritorno dalle Dolomiti...
Sì, lo so che è una vergogna per chi lavora a maglia, ma è talmente divertente... il self-patterning jacquard.


E' come un caleidoscopio, ad ogni ferro ti chiedi che disegno verrà fuori. In pratica, il filato è colorato in modo diverso a piccoli segmenti ma con una sequenza regolare. Ovviamente poi risulta un disegno diverso a seconda del numero di maglie che avete montato sul ferro.
Questa lana in particolare è Bravo Jacquard Color n.02082, 50 gr X 133 metri, costa 1,40 euro al gomitolo (è un filato sintetico, immagino che sarebbe un peccato colorare così la pura lana vergine).


Pattern
Quasi mi vergogno a scriverlo per quanto è semplice. Basta 1 gomitolo.
montate 100 maglie, + 2 di vivagno, ovvero per la cucitura (= 102)
6 giri tubolare (1 m passata a rovescio, 1 m dritto)
poi maglia rasata: 1 ferro a dritto, 1 ferro a rovescio
(iniziate ogni ferro con 1 m passata -a dritto o rovescio secondo i ferri- sarà più facile poi cucire)
ultimi ferri di nuovo a tubolare (i bordi a tubolare fanno sì che il collo non si arricci).
Questo filato rende al meglio a maglia rasata.

Anche altri marchi (non molti) producono questo filato ma attenzione, deve esserci scritto jacquard, altrimenti è un semplice striato.
Questo filato l'ho trovato da Di Cori, in via dei Baulari 3 (Roma).

Fiori in inverno  

Posted by: Lana Cotta in

Questi non sono fiori invernali ma le piantine devono essersi trovate bene nel mio "giardino d'inverno"...

commelina communis

schlumbergera


Quello che io chiamo giardino d'inverno è semplicemente uno scaffaletto in ferro battuto che ho messo nell'angolo morto davanti ad una finestra che prende luce tutto il giorno, e quando c'è il sole arriva anche un po' di tepore.

da sinistra: lysimachia, edere, tradescantia

in primo piano il papiro, a sinistra falangio

Ho una passione per le infestanti: tradescantia, papiro, falangio, e la mia preferita è la Commelina, con quel colore da fiorellino alpino.